04/10/11

Perdo sempre, meglio! , sarò spesso in Tv.

E' vero, questo è un blog che parla essenzialmente di calcio ma chi scrive è stato per anni (ora un pochino di meno) un incredibile onnivoro di sport. Mi sento in qualche modo costretto a scrivere questo articolo perchè, da sportivo, sono abbastanza incacchiato.
L' Italia del rugby è uscita mestamente dai Mondiali. Nella partita della vita, quella del dentro-fuori, quella dell'ora o mai più che abbiamo giocato con L'Irlanda (tra l'altro nazione molto forte ma non sicuramente Sudafrica o Nuova Zelanda...) siamo riusciti a "beccare" un sonoro 36 - 6, diciamo un 4 - 0 del calcio se proprio vogliamo fare un orrido paragone.
Quello che trovo scandaloso e irritante è come questa nazionale di Rugby sia da ormai 3/4 anni pompata in maniera così grande. Non sto discutendo il Rugby, ci mancherebbe, sport che tra l'altro è capace di regalare momenti straordinari ( in mezzo a tanti altri noiosissimi a dir la verità, ma non è così anche il calcio? ) ma il battage pubblicitario che i media, Sky in primis, gli stanno dedicando. Questa Nazionale italiana, guardiamoci le palle degli occhi e diciamocelo, è una nazionale perdente, una squadra che non ha mai ottenuto alcun risultato se non sporadicissime imprese -una all'anno di media- qua e là. Sempre nei bassifondi del 6 Nazioni (spesso cucchiaio di legno) , sonore batoste a non finire nei test match contro All Blacks e Springboks di turno, e ora quest'uscita prematura ai Mondiali dopo aver battuto Russia e Usa - nazionali paragonabili alla Slovenia o Costarica nel calcio- e perso pesantemente contro Australia e Irlanda.
Eppure in televisione vedevo speciali su speciali, approfondimenti, talk show, pubblicità ovunque, anche 2 mesi prima del'evento. Non c'era un canale sportivo di Sky dove la grande nazionale di Rugby italiana (italiana poi per modo di dire, diciamo argentina) non facesse capolino, non passava mezz'ora senza che qualcuno ricordasse il tentativo di epica impresa che questi Mondiali ci avrebbero dovuto regalare, ossia arrivare ai quarti di finale. E intanto la pallavolo dimenticata da tutti, sia al maschile che al femminile sfiorava imprese, quelle sì, da rimarcare. Credo che quando non ci saranno più i Bergamasco, i Castrogiovanni e tutti gli altri atleti che con il loro appeal stanno in qualche modo creando quest'audience, il rugby tornerà nel suo angoletto, quell'angoletto di Paradiso che uno sport così sano e corretto merita di avere. Perchè altrimenti suonare la grancassa per poi assistere a dei fallimenti continui diventerebbe soltanto una barzelletta.
Quando veramente saremo competitivi le luci della ribalta dovranno essere nuovamente accese. Fino ad allora, per l'amor di Dio, teniamole spente.

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