29/09/11

Mai sentito questo? : Hernan Barcos

Ieri sera cominciavano gli ottavi di finale della Coppa Sudamericana, la seconda coppa più importante del continente (dopo la Libertadores ovviamente) paragonabile per criteri di ammissione ed importanza alla nostra Europa League.
Si affrontavano il glorioso Independiente (allenato dal "nostro" Ramon Diaz) e gli ecuadoregni de la Liga Deportiva Universitaria de Quito, più conosciuto semplicemente come LDU.
Sembrava di veder giocare il Barcellona contro l'Osasuna di turno. La parte del Barcellona però la interpretava l' LDU che non ha fatto letteralmente superare la metà campo agli argentini dal 20° del primo tempo fino alla fine. Volevo godermi il talento di De Federico ed invece mi sono ritrovato ad ammirare soltanto i giocatori di casa. Tra tutti mi ha impressionato Hernan Barcos. Inizialmente l' "impressionato" era da riferire soltanto al look. Attaccante alto e grosso, apparentemente abbastanza sgraziato, sporco brutto e cattivo con quei lunghi capelli ricci raccolti in una specie di coda. A vederlo sembra il classico attaccante di Serie C2 (ops, Seconda Divisione, chiedo scusa) che sgomita e la butta spesso dentro nei caldissimi campi del Sud Italia. Invece con la palla tra i piedi ci sa fare, altrochè se ci sa fare. Movimenti perfetti da prima punta affatto statica, grandissima capacità di tenere il pallone (autato anche dal gran fisico) e soprattutto una tecnica che non ti aspetti. Stop, sponde, passaggi filtranti, tiri di collo, mi ha ricordato il miglior Floccari. Sul primo goal di Ambrosi si libera con un solo gesto del difensore e mette l'assist dentro l'area. Sul secondo goal (bellissimo tra l'altro, dell'ottimo Bolanos) invece che concludere un uno-due mette di prima un passaggio filtrante dentro l'area da mezzapunta consumata. E' il classico attaccante che ci mette un attimo a diventar idolo dei tifosi, con quel look, con quel cuore, con quelle capacità. Incredibile come sia finito addirittura in Cina malgrado abbia sempre mantenuto una media goal pazzesca dovunque abbia giocato (compresa la Stella Rossa in Europa).
27 anni, forse perso per il grande calcio, ma se fossi un dirigente di una squadra tipo il Catania farei lo sforzo di andarlo a vedere.

27/09/11

Stelle cadette: Gomez Taleb

L'anno scorso, impressionato dall'incredibile campionato che stava portando avanti il Gubbio, campionato che culminerà trionfalmente con l'arrivo in Serie B, mi viene la voglia di conoscere meglio la squadra umbra. Mi connetto al sito ufficiale, leggo news ed articoli e mi diverto a scorrere tutti i tabellini. Rimbalza più volte un nome tra i marcatori, Gomez Taleb. Incuriosito dall'esoticità della cosa, cerco la carriera del suddetto. Argentino, 25 anni, esperienze soltanto in serie C2 con al massimo 7 goal, poco più di un semiprofessionista insomma. Poi 18 goal a Gubbio, sarà un caso. Torna al Verona, società che ne detiene il cartellino e gioca quindi con la maglia di un'atra neopromossa la categoria raggiunta sul campo col Gubbio. Su quella maglia si fa scrivere dietro Juanito. Ho la fortuna di vedermi 3 partite intere del Verona. Quel giocatore che per me rappresentava soltanto una semplice curiosità, quel ragazzo al quale mi ero affezionato per la particolare carriera, si materializza sotto i miei occhi. E, ragazzi, che giocatore...
Non so se nel Gubbio giocava decentrato come nel Verona, ma con gli scaligeri preferisce partire da sinistra. Fisico normale, viso normale ma tecnica fuori dal comune. Una capacità di saltare l'uomo impressionante, ricorda uno Zarate meno frenetico e veloce ma molto più elegante. Sa giocare moltissimo per i compagni e allo stesso tempo cercare l'iniziativa personale. Ha il colpo di genio nei piedi e un fiuto del goal che se non è innato (come carriera suggerisce) è ormai definitivamente venuto fuori. Basta vedere i 2 goal realizzati in campionato, una spaccata simile al goal di Bergessio di ieri alla Juve e un colpo di testa in mischia.
Giocatore prezioso, umile ma al contempo capace di rubare l'occhio. A 26 anni gioca per la prima volta in serie B.
A vederlo sembra incredibile.

25/09/11

Su Stefano Borghi e sulla passione

Da piccolo sognavo di diventare giornalista sportivo. Se a 8,9 anni riempivo quaderni con i record del mondo dell'atletica, con gli arrivi di tappa del Giro d'Italia, con i goal di tutte le squadre europee mi dicevo che inevitabilmente questa sarebbe stata la mia strada. Perchè sempre, da piccoli, si pensa che il proprio lavoro sarà la naturale continuazione della propria passione. Purtroppo non è così, quasi per nessuno. Le contingenze della vita quasi sempre ti portano lontano dalle tue aspirazioni e portare il pane a casa (giusto quello...) il 90% delle volte significa riporre in un cassetto le ali del sogno.
Poi però senti Stefano Borghi in televisione e cambia qualcosa. Senti che quel telecronista non è come gli altri, non ha costruito la propria enfasi a tavolino, non ha coniato un tormentone o, all'opposto, non ti sembra compassato, annoiato, come altri o messo lì perchè l'editore ha deciso così. Stefano Borghi è la passione prestata al giornalismo, è un bambino che si esalta per un goal in Premiership, è un ragazzo che rivolge la stessa competenza ed attenzione a un terzino dall' Arsenal Sarandi come a una mezzapunta del Barcellona.
E, succede così una cosa strana. Dovresti invidiarlo, dovresti odiarlo perchè è pagato per una cosa che tu pagheresti per fare. Invece no, Stefano Borghi diventa te, diventa la tua metà oscura che non ce l'ha fatta, diventa il paladino di una concezione dello Sport che si sta sempre più perdendo, quella dell'emozione, dell'entusiasmo, del divertimento. Tenetevi i disastrosi Caressa, Di Gennaro e compagnoni belli, io mi tengo Borghi perchè lo Sport se non lo senti e vedi come lo sentirebbe e vedrebbe un bambino è soltanto una macchina da soldi, un baraccone, un corpo freddo in attesa della propria autopsia.

17/09/11

Colpi di fulmine: Yann M'Vila

Ultimamente leggendo la formazione della nuova e rinnovata nazionale transalpina, avevo notato come più di una volta fosse stato schierato titolare un certo M'Vila. Poi quest'estate mi ritrovo lo stesso giocatore conteso tra più di un big club. Capita a fagiolo la prima partita di Europa League tra Udinese e Rennes. Finalmente posso vedermi (anche se il giudizio in una sola partita è sempre rischioso) questo nuovo astro nascente del calcio francese. Beh, la rubrica si chiama colpo di fulmine, in questo caso non poteva esserci definizione più appropriata.
M'Vila è un fenomeno, senza se e senza ma. Un centrocampista devastante, di una modernità paurosa. Fortissimo fisicamente, esplosivo nella corsa, tecnica d'avanguardia, capacità sia di impostare il gioco che di infilarsi sugli spazi, grandissimo carattere che ne farà di certo un leader qualsiasi sarà la squadra fortunata a prenderlo. E, da quel poco che ho visto, anche una botta da fuori non indifferente. M'Vila arriva sempre prima sul pallone, è capace di fare diga a cantrocampo e quando parte è davvero inarrestabile. Mi ha ricordato un pò Boateng e, se devo esser sincero, mi sembra anche più forte del milanista. E' rimasto un'altro anno a Rennes e ha fatto benissimo perchè è ancora giovanissimo (classe '90) ed ha la fortuna di giocare in una squadra molto forte e divertente, che sa giocare il pallone ed ha una velocità di base allucinante (i giocatori dell'Udinese sembravano lumachine in confronto). Gente come Ekoko, Pitroipa, Boukari etc.., metterebbe in difficoltà anche il Barcellona se non ci fosse il pallone di mezzo...
A parte gli scherzi, se sapranno gestire entrmabe le competizioni credo che possano arrivare molto in alto in campionato.
E, coincidenza davvero incredibile, è una squadra che ha le sue stelle in tutti fratelli d'arte. La punta Hadjj (gran goal a Udinne) è il fratello minore del grande Mustapha; il talentuosissimo Montano è fratello di Johnnier, talento maledetto visto da noi con Parma, Piacenza e Verona e Dalmat, l'Orso Bruno ai tempi dell'Inter -giocatore fantastico frenato dal carattere troppo timido- ha addirittura altri due fratelli calciatori professionisti.
E Kana-Biyik, ottimo difensore, impressionante di testa ad Udine, è figlio di quel Kana-Biyik difensore dello strepitoso Camerun dei Mondiali 90. Quello stesso difensore che nella partita d'esordio dei Mondiali fu espulso contro l'Argentina per un fallo su Caniggia. Poi Oman Biyik salta, Pumpido sbaglia, 0 -1, altra espulsione, Camerun in 9 ma vince lo stesso. Che ricordi...

14/09/11

Colpi di fulmine: Eden Hazard

Colpo di fulmine sì, ma datato...
L'anno scorso, incuriosito dallo splendido campionato che stava portando avanti il Lille, campionato che per inciso lo porterà allo scudetto, decido di guardarmi 2,3 partite della squadra . Ho sempre seguito poco la Ligue 1 sia per scelta personale (è un campionato senz'altro di seconda fascia) sia perchè da 3 anni Sky ne ha perso i diritti. Sportitalia, ottimo canale, è subentrato ma non avendo l'hd mi invoglia poco alla visione (chi è abituato alle partite in alta definizione mi capirà).
Insomma, vedo due partite del Lille e rimango assolutamente di stucco. Una velocità di gioco impressionante, una mentalità offensiva ammirabile e una grande organizzazione (gioco quasi sempre di prima) mi fecero capire subito che il primato era senz'altro meritato.
Il trio d'attacco poi era davvero devastante. Gervinho, Moussa Sow ed Hazard hanno letteralmente dominato il campionato francese scorso. E se il primo è passato all' Arsenal ( e contribuito da migliore in campo a buttar fuori l'Udinese), il secondo e il terzo sono rimasti al Lille per tentar di fare una buona Champions. Moussa Sow è letteralmente esploso l'anno scorso (25 goal in un campionato dove si segna col contagocce) e quest'anno dovrà confermarsi. Classica punta africana, veloce e potente. Quello che invece è ormai una certezza è Eden Hazard, talento belga di classe purissima di cui avevo già sentito parlare molto ma prima di vederlo in quelle sopracitate 2,3 partite non avevo ancora ben capito perchè. Sembrava ormai prossimo il suo passaggio all'Arsenal (la squadra perfetta per uno come lui, giovane, veloce, tecnico, capace di giocare palla a terra) ma alla fine non se ne è fatto niente. Quest'anno ha ricominciato con una fantastica doppietta, un goal più bello dell'altro. Non è un caso se Zidane lo veda come proprio erede. Rispetto al prodigio ex juventino Hazard avrà ancora molto da dimostrare ma, se possiible, sembra uno Zidane che corre alla velocità di Messi (tutto ovviamente con le dovute proporzioni, non scherziamo).
 Ora con la Champions il suo nome sarà conosciuto da tutti. era ora...