15/12/11

Sull' Universidad de Chile e su Eduardo Vargas

Un pò di tempo fa mi era capitato di vedere una partita della Copa Sudamericana ed essermi innamorato di un giocatore, tanto brutto quanto forte, El Pirata Hernan Barcos. Gli dedicai un post, eravamo ancora soltanto agli ottavi di finale. Beh, la Liga de Quito è poi arrivata in finale (perdendola) e Barcos si è laureato vicecapocannoniere.
A vincere la Copa è stata la meravigliosa Universidad de Chile, una delle più forti squadre sudamericane che abbia mai visto. Non è un caso che tale squadra non perda da mesi, che stia letteralmente dominando qualsiasi manifestazione prenda parte, che anche in finale abbia massacrato ( 1-0 fuori casa, 3-0 ieri tra le mura amiche) un'altra compagine di tutto rispetto come la Liga.
Quello che sorprende è la velocità e la tecnica che l'Universidad riesce a mettere in campo.
Caratteristiche riscontrabili in quello che è assolutamente il gioiello della squadra, Eduardo Vargas.
Classe '89, se uno -come me- si limitasse a giudicarlo solo per le due partite di finale non potrebbe non credere di trovarsi davanti ad un autentico fuoriclasse. Rapido nei movimenti, velocissimo in campo aperto, capace di giocare di prima (come quasi tutto il resto della squadra), tiro potentissimo, senso del goal, carattere, insomma, un attaccante completo. Sembra un Lavezzi (cui somiglia anche di viso) più concreto e più "giocatore, nel senso che dialoga molto più con la squadra e si lancia meno in iniziative personali, uno Zarate con la "garra", anche se forse per completezza il giocatore che ricorda di più potrebbe esser Alexis Sanchez.
Il 3° goal di ieri (quasi alle 3 di notte...) vale da solo come biglietto da visita.
Straordinari anche l'altra punta Canales, i centrocampisti Aranguiz e Marcelo Diaz e il difensore Marcos Gonzalez. Quello che sorprende è che tutti e 11 i giocatori dell' Universidad siano dotatissimi sotto il profilo del palleggio, chiaramente ispirati dal Barca.
Ormai da almeno un quinquiennio (da Sanchez, Isla, Vidal in poi) il Cile si sta dimostrando come la più grande fucina di talenti al mondo.
Vargas ha il futuro assicurato,chi prima arriva prima gode.


10/11/11

Stelle cadette: Punte di diamante

C'è poco da fare, la quantità di talento ce sta mettendo in luce il campionato di Serie B di quest'anno non si era mai visto prima. Torniamo un attimo nel reparto avanzato. Dopo aver parlato dei due autentici giovani fuoriclasse della categoria, Boakye ed Insigne, poniamo l'attenzione su due nomi molto meno conosciuti ma interessantissimi.

Ragusa tutto era fuorchè uno dei possibili attaccanti titolari della Reggina. Bonazzoli e Ceravolo come "stelle" della squadra, Campagnacci che comincia il campionato in maniera incredibile e la probabile definitiva esplosione di Alessio Viola relegavano almeno sulla carta il giovane siciliano come 4°, 5° scelta. Poi un pò per necessità e un pò per caso Ragusa comincia a mettere piede in campo. Risultato? 6 goal (spesso decisivi) in poco più di 400 minuti giocati, un goal ogni 70 minuti. Che poi lui i goal nemmeno dovrebbe segnarne molti. Attaccante preferibilmente esterno, dotato di corsa e tecnica, elegante nelle movenze e capace di inserirsi negli spazi, Ragusa è una di quelle giovani punte che ancora deve capire perfettamente cosa farà da grande. Può ricordare un Ghezzal, un Martinez, uno Sculli in quel suo barcamenarsi tra l'attacco e il centrocampo, insomma un jolly del reparto avanzato che però, a differenza dei nomi sopracitati, potrà probabilmente diventare un attaccante di professione. Molto dipenderà anche dagli allenatori e dalle squadre che troverà sul suo cammino. Il cartellino è del Genoa, vedremo.

De Luca è un autentico pallino di chi scrive. Questa è una punta da manuale signori. Di De Luca non deve interessare quanto è veloce, quanto ci sa fare coi piedi o chissache, De Luca è nato per far goal, lo si capisce dopo mezz'ora che lo si è visto. Rapidissimo, istintivo, furbo, freddo sotto porta, tutte qualità che rimandano inevitabilmente a Pippo Inzaghi. C'è un lancio in profondità che supera il difensore? C'è senz'altro De Luca dietro. C'è un cross sporco in area? La palla al 90% finirà a De Luca. Attenzione però, non è solo uno che coglie l'attimo, De Luca può anche prendere palla, dribblare il difensore e segnare (Inzaghi no) oppure trovarsi da solo davanti al portiere, superarlo con glaciale freddezza e appoggiare dentro. Vista la fine che sta facendo Marilungo (che a me ricorda molto) stiamo con i piedi per terra, ma questo ragazzo, capace di segnare caterve di goal nelle giovanili, è un prospetto interessantissimo. E non credo che possa restare al Varese più di un anno...

04/11/11

Stelle cadette: l'Oro in porta

Come ho già detto in un precedente post, mai come quest'anno in Serie B sembra esserci la tendenza di puntare sui giovani. Ogni squadra, alcune come Brescia e Gubbio in modo massiccio, sta puntando su un numero sempre crescente di giovani speranze, alcune delle quali vere e proprie scommesse senza alcuna esperienza professionistica. Quello che sorprende è il fatto che si riescano a trovare teenager anche in un ruolo delicato come quello del portiere. Parliamo ad esempio di Perin, Donnarumma e Leali.

Perin, classe '92, non può essere un portiere o almeno questa è la prima inevitabile impressione che suscita. Fisico normalissimo, non alto, magro, sembra un ragazzino preso sugli spalti e buttato in campo. Credo che possa essere senz'altro il portiere più leggero tra serie A e B messe insieme. Debutta l'anno scorso nell'ultima giornata di campionato col Genoa (benissimo) e viene poi mandato a far le ossa (e speriamo un pò di ciccia) col Padova nella serie cadetta. Ovviamente agilissimo, grande coraggio e un'istinto nelle parate incredibile. Ripeto, sembra un ragazzino coraggioso che gioca coi grandi. Ma intanto rischia di rubare il posto a Pelizzoli...

Donnarumma è il più vecchio dei 3, classe '90. Messo vicino a Perin si rischia di replicare la locandina de I Gemelli con De Vito e Schwarzy. Il portierone del Gubbio sfiora infatti i 2 metri, ha un fisico bestiale e un futuro (quasi) già scritto al Milan. Prima di approdare in Umbria infatti gioca per anni nelle giovanili rossonere fino alla Primavera. Se conferma quello che di buono ha fatto vedere in questo primo scorcio di campionato, è molto probabile che torni alla base. E' anche vero che il Gubbio è stato così inizialmente bersagliato dagli avversari che fare bella figura per il portiere non è difficile. Donnarumma però sembra essere davvero forte, se non sarà Milan credo che qualcuno all'estero non se lo lascerà scappare...

Leali è il fenomeno del gruppo. Stiamo parlando di un portiere che malgrado abbia soltanto 18 anni (classe '93!!!) è già da parecchio tempo sulla bocca di tutti. Tecnica straordinaria, personalità, molto alto ma con un fisico probabilmente ancora da strutturare, Leali è quasi unanimamente riconosciuto come il nuovo Buffon. Se riuscirà a reggere la pressione e crescere con calma è quasi inevitabile per lui una carriera incredibile. Intanto col Brescia non se la sta passando troppo bene, la squadra ha troppa poca esperienza e dopo un grande inizio sta quasi affondando. Poco male per lui perchè il suo futuro è comunque lontano dalle rondinelle, molto lontano.

21/10/11

Sull' Udinese e sulla ripetitività dei miracoli

Parlar bene dell' Udinese dopo l'ennesima "impresa" è troppo facile. Meno male che chi scrive sia uno dei sostenitori della prima ora della squadra friulana. Una dimostrazione su tutte è il post di inizio anno in cui vedevo come unica possibile outsider per la lotta allo scudetto (che finirà come sempre a uno dei 4 squadroni, quasi sicuramente al Milan) proprio la squadra di Guidolin e non il tanto acclamato Napoli o la Lazio del mercato stellare.
L' Udinese è l'esempio concreto di come si possa diventare grandi senza spendere praticamente una lira. Una rete di capacissimi osservatori e il coraggio di prendere giocatori non ancora realizzati l'ha portata in  questi ultimi 4,5 anni ad un livello davvero vicino all' eccellenza. Molti gli contestano il non reinvestire tutti i soldi guadagnati con le cessioni dei campioni che lei stessa ha creato e formato (Inler e Sanchez solo per restare nell'ultimo anno). Cambiare strategia sarebbe la fine dell' Udinese, la fine di un progetto e, paradossalmente, anche la sua fine tecnica. La partita di stasera capita a fagiolo. L'Atletico Madrid è il classico esempio di squadra che spende miliardi senza avere un minimo progetto nè tecnico nè societario. Vedere Badu, Fabbrini e Basta che distruggono la squadra di Falcao, Diego e Reyes è la summa di tutta la filosofia udinese. Se un giorno si dovesse cambiar metodo, se tutti quei soldi fossero reinvestiti in campioni (come in tanti provano a fare raggiungendo risultati miserrimi) l' Udinese morirebbe, si perderebbe tutto l'entusiasmo, la fame, la voglia di stupire, l'umiltà, tutte quelle caratteristiche che possono stare dietro soltanto a un certo tipo di filosofia.
Vincere lo scudetto sarà impossibile, probabilmente non ci si andrà nemmeno vicini, ma la coerenza di questa società, la competenza, la semplicità, l'entusiasmo e la capacità di anteporre il gioco del calcio a qualsiasi altro fattore sono cose ben più importanti di qualsiasi risultato si raggiunga.
Quando domani si venderanno a suon di miliardi Torje, Asamoah, Benatia e Badu non pensiamo alla fine ma, come sempre, aspettiamoci un nuovo inizio.
Perchè L'Udinese è la dimostrazione vivente non solo che i miracoli esistono, ma che sono ripetibili.

06/10/11

Stelle cadette: Insigne e Boakye

Mentre l'anno scorso si faticava moltissimo a trovare in Serie B qualche prospetto interessante -con il solo Pablo Gonzalez come nome nuovo nell'intero girone di andata- quest'anno la serie cadetta sembra una fucina di talenti incredibile. Non so se sia una coincidenza oppure un'effettivo cambiamento nella mentalità degli allenatori, ma non sembra esserci squadra che non abbia tra i suoi protagonisti almeno un giovanissimo. Oggi ne voglio presentare in pillole due, quelli che più mi hanno impressionato in questi primi due mesi e rotti di campionato.

INSIGNE (Pescara)
A dispetto del cognome lo scugnizzo di Frattamaggiore ha l'aspetto del classico ragazzo "difficile" della periferia napoletana, uno di quelli che danno l'impressione di essere scampati, grazie al calcio, ad una vita pericolosa. Talento purissimo ha avuto la fortuna di incrociare nel suo cammino il Maestro Zeman abilissimo ad esaltare gli attaccanti, meglio ancora se giovani (ricordate Vucinic? ). Una stagione monstre l'anno scorso a Foggia con 19 goal segnati hanno convinto l'allenatore boemo a portarselo con sè a Pescara. E l'impressione è che non solo la Prima Divisione, ma anche la Serie B stia stretta a Lorenzo. Alto poco più di un metro e 60, velocissimo, nervoso, rapido nel dribbling e nelle soluzioni -che siano un tiro in porta o un passaggio a un suo compagno (incredibile l'intesa con l'altro talento Immobile)-, Insigne sembra un piccolo Giovinco dalla tecnica inferiore ma dall'istinto del goal più pronunciato. L'istinto è quello del bomber di razza ma il suo fisico lo porterà probabilmente a svariare su tutto il fronte d'attacco, lontano da marcature troppo asfissianti. Classe 91, se davvero De Laurentis un giorno vorrà costruire il Napoli sulla base della "scugnizzeria" (come la cantera del Barca), non potrà prescindere da lui.

BOAKYE  ( Sassuolo)

Qua dobbiamo stare davvero molto attenti. Quante volte siamo rimasti folgorati da giovani africani? Chi non avrebbe previsto per il Martins ventenne un futuro da fuoriclasse? Chi avrebbe detto, dopo averlo visto al Mondiale Under 20, che Adiyah sarebbe finito in serie b turca? Quindi stiamo con i piedi per terra anche se, non nascondiamocelo, questo sembra davvero un fenomeno. Classe 93 !!!!!, di proprietà del Genoa, Boakye non sta neanche bruciando le tappe, sta letteralmente saltando dall'essere una stella delle giovanili a una dei "grandi" senza passaggi intermedi. Debutta a 17 anni col Genoa in Serie A e segna subito alla prima partita. Va in prestito al Sassuolo e a 18 anni si ritrova già ( quasi ) titolare sicuro e mette in mostra in pochissime giornate doti straordinarie. Quello che sorprende è che non sta venendo fuori per la forza fisica o la velocità (tipico dei giovani africani) ma per qualità calcistiche fuori dall'ordinario. Tecnica di base, capacità di fare sia la prima punta che di partire da esterno un pochino più dietro, colpi straordinari (vedere il goal alla seconda giornata) ma al contempo intelligenza e visione di gioco (vedere assist a Sansone nell'ultimo turno). Qua siamo davvero davanto a un attaccante che sa far tutto, dal tirare botte terrificanti al giocare di fino. Sembra incredibile per l'età che ha. Se continua così non mi stupirei -sempre che non lo compri qualche big- di vederlo titolare 19enne al Genoa. Se anche lui si perderà come suoi tanti compatrioti allora  non saprei davvero cosa dire.

04/10/11

Perdo sempre, meglio! , sarò spesso in Tv.

E' vero, questo è un blog che parla essenzialmente di calcio ma chi scrive è stato per anni (ora un pochino di meno) un incredibile onnivoro di sport. Mi sento in qualche modo costretto a scrivere questo articolo perchè, da sportivo, sono abbastanza incacchiato.
L' Italia del rugby è uscita mestamente dai Mondiali. Nella partita della vita, quella del dentro-fuori, quella dell'ora o mai più che abbiamo giocato con L'Irlanda (tra l'altro nazione molto forte ma non sicuramente Sudafrica o Nuova Zelanda...) siamo riusciti a "beccare" un sonoro 36 - 6, diciamo un 4 - 0 del calcio se proprio vogliamo fare un orrido paragone.
Quello che trovo scandaloso e irritante è come questa nazionale di Rugby sia da ormai 3/4 anni pompata in maniera così grande. Non sto discutendo il Rugby, ci mancherebbe, sport che tra l'altro è capace di regalare momenti straordinari ( in mezzo a tanti altri noiosissimi a dir la verità, ma non è così anche il calcio? ) ma il battage pubblicitario che i media, Sky in primis, gli stanno dedicando. Questa Nazionale italiana, guardiamoci le palle degli occhi e diciamocelo, è una nazionale perdente, una squadra che non ha mai ottenuto alcun risultato se non sporadicissime imprese -una all'anno di media- qua e là. Sempre nei bassifondi del 6 Nazioni (spesso cucchiaio di legno) , sonore batoste a non finire nei test match contro All Blacks e Springboks di turno, e ora quest'uscita prematura ai Mondiali dopo aver battuto Russia e Usa - nazionali paragonabili alla Slovenia o Costarica nel calcio- e perso pesantemente contro Australia e Irlanda.
Eppure in televisione vedevo speciali su speciali, approfondimenti, talk show, pubblicità ovunque, anche 2 mesi prima del'evento. Non c'era un canale sportivo di Sky dove la grande nazionale di Rugby italiana (italiana poi per modo di dire, diciamo argentina) non facesse capolino, non passava mezz'ora senza che qualcuno ricordasse il tentativo di epica impresa che questi Mondiali ci avrebbero dovuto regalare, ossia arrivare ai quarti di finale. E intanto la pallavolo dimenticata da tutti, sia al maschile che al femminile sfiorava imprese, quelle sì, da rimarcare. Credo che quando non ci saranno più i Bergamasco, i Castrogiovanni e tutti gli altri atleti che con il loro appeal stanno in qualche modo creando quest'audience, il rugby tornerà nel suo angoletto, quell'angoletto di Paradiso che uno sport così sano e corretto merita di avere. Perchè altrimenti suonare la grancassa per poi assistere a dei fallimenti continui diventerebbe soltanto una barzelletta.
Quando veramente saremo competitivi le luci della ribalta dovranno essere nuovamente accese. Fino ad allora, per l'amor di Dio, teniamole spente.

29/09/11

Mai sentito questo? : Hernan Barcos

Ieri sera cominciavano gli ottavi di finale della Coppa Sudamericana, la seconda coppa più importante del continente (dopo la Libertadores ovviamente) paragonabile per criteri di ammissione ed importanza alla nostra Europa League.
Si affrontavano il glorioso Independiente (allenato dal "nostro" Ramon Diaz) e gli ecuadoregni de la Liga Deportiva Universitaria de Quito, più conosciuto semplicemente come LDU.
Sembrava di veder giocare il Barcellona contro l'Osasuna di turno. La parte del Barcellona però la interpretava l' LDU che non ha fatto letteralmente superare la metà campo agli argentini dal 20° del primo tempo fino alla fine. Volevo godermi il talento di De Federico ed invece mi sono ritrovato ad ammirare soltanto i giocatori di casa. Tra tutti mi ha impressionato Hernan Barcos. Inizialmente l' "impressionato" era da riferire soltanto al look. Attaccante alto e grosso, apparentemente abbastanza sgraziato, sporco brutto e cattivo con quei lunghi capelli ricci raccolti in una specie di coda. A vederlo sembra il classico attaccante di Serie C2 (ops, Seconda Divisione, chiedo scusa) che sgomita e la butta spesso dentro nei caldissimi campi del Sud Italia. Invece con la palla tra i piedi ci sa fare, altrochè se ci sa fare. Movimenti perfetti da prima punta affatto statica, grandissima capacità di tenere il pallone (autato anche dal gran fisico) e soprattutto una tecnica che non ti aspetti. Stop, sponde, passaggi filtranti, tiri di collo, mi ha ricordato il miglior Floccari. Sul primo goal di Ambrosi si libera con un solo gesto del difensore e mette l'assist dentro l'area. Sul secondo goal (bellissimo tra l'altro, dell'ottimo Bolanos) invece che concludere un uno-due mette di prima un passaggio filtrante dentro l'area da mezzapunta consumata. E' il classico attaccante che ci mette un attimo a diventar idolo dei tifosi, con quel look, con quel cuore, con quelle capacità. Incredibile come sia finito addirittura in Cina malgrado abbia sempre mantenuto una media goal pazzesca dovunque abbia giocato (compresa la Stella Rossa in Europa).
27 anni, forse perso per il grande calcio, ma se fossi un dirigente di una squadra tipo il Catania farei lo sforzo di andarlo a vedere.

27/09/11

Stelle cadette: Gomez Taleb

L'anno scorso, impressionato dall'incredibile campionato che stava portando avanti il Gubbio, campionato che culminerà trionfalmente con l'arrivo in Serie B, mi viene la voglia di conoscere meglio la squadra umbra. Mi connetto al sito ufficiale, leggo news ed articoli e mi diverto a scorrere tutti i tabellini. Rimbalza più volte un nome tra i marcatori, Gomez Taleb. Incuriosito dall'esoticità della cosa, cerco la carriera del suddetto. Argentino, 25 anni, esperienze soltanto in serie C2 con al massimo 7 goal, poco più di un semiprofessionista insomma. Poi 18 goal a Gubbio, sarà un caso. Torna al Verona, società che ne detiene il cartellino e gioca quindi con la maglia di un'atra neopromossa la categoria raggiunta sul campo col Gubbio. Su quella maglia si fa scrivere dietro Juanito. Ho la fortuna di vedermi 3 partite intere del Verona. Quel giocatore che per me rappresentava soltanto una semplice curiosità, quel ragazzo al quale mi ero affezionato per la particolare carriera, si materializza sotto i miei occhi. E, ragazzi, che giocatore...
Non so se nel Gubbio giocava decentrato come nel Verona, ma con gli scaligeri preferisce partire da sinistra. Fisico normale, viso normale ma tecnica fuori dal comune. Una capacità di saltare l'uomo impressionante, ricorda uno Zarate meno frenetico e veloce ma molto più elegante. Sa giocare moltissimo per i compagni e allo stesso tempo cercare l'iniziativa personale. Ha il colpo di genio nei piedi e un fiuto del goal che se non è innato (come carriera suggerisce) è ormai definitivamente venuto fuori. Basta vedere i 2 goal realizzati in campionato, una spaccata simile al goal di Bergessio di ieri alla Juve e un colpo di testa in mischia.
Giocatore prezioso, umile ma al contempo capace di rubare l'occhio. A 26 anni gioca per la prima volta in serie B.
A vederlo sembra incredibile.

25/09/11

Su Stefano Borghi e sulla passione

Da piccolo sognavo di diventare giornalista sportivo. Se a 8,9 anni riempivo quaderni con i record del mondo dell'atletica, con gli arrivi di tappa del Giro d'Italia, con i goal di tutte le squadre europee mi dicevo che inevitabilmente questa sarebbe stata la mia strada. Perchè sempre, da piccoli, si pensa che il proprio lavoro sarà la naturale continuazione della propria passione. Purtroppo non è così, quasi per nessuno. Le contingenze della vita quasi sempre ti portano lontano dalle tue aspirazioni e portare il pane a casa (giusto quello...) il 90% delle volte significa riporre in un cassetto le ali del sogno.
Poi però senti Stefano Borghi in televisione e cambia qualcosa. Senti che quel telecronista non è come gli altri, non ha costruito la propria enfasi a tavolino, non ha coniato un tormentone o, all'opposto, non ti sembra compassato, annoiato, come altri o messo lì perchè l'editore ha deciso così. Stefano Borghi è la passione prestata al giornalismo, è un bambino che si esalta per un goal in Premiership, è un ragazzo che rivolge la stessa competenza ed attenzione a un terzino dall' Arsenal Sarandi come a una mezzapunta del Barcellona.
E, succede così una cosa strana. Dovresti invidiarlo, dovresti odiarlo perchè è pagato per una cosa che tu pagheresti per fare. Invece no, Stefano Borghi diventa te, diventa la tua metà oscura che non ce l'ha fatta, diventa il paladino di una concezione dello Sport che si sta sempre più perdendo, quella dell'emozione, dell'entusiasmo, del divertimento. Tenetevi i disastrosi Caressa, Di Gennaro e compagnoni belli, io mi tengo Borghi perchè lo Sport se non lo senti e vedi come lo sentirebbe e vedrebbe un bambino è soltanto una macchina da soldi, un baraccone, un corpo freddo in attesa della propria autopsia.

17/09/11

Colpi di fulmine: Yann M'Vila

Ultimamente leggendo la formazione della nuova e rinnovata nazionale transalpina, avevo notato come più di una volta fosse stato schierato titolare un certo M'Vila. Poi quest'estate mi ritrovo lo stesso giocatore conteso tra più di un big club. Capita a fagiolo la prima partita di Europa League tra Udinese e Rennes. Finalmente posso vedermi (anche se il giudizio in una sola partita è sempre rischioso) questo nuovo astro nascente del calcio francese. Beh, la rubrica si chiama colpo di fulmine, in questo caso non poteva esserci definizione più appropriata.
M'Vila è un fenomeno, senza se e senza ma. Un centrocampista devastante, di una modernità paurosa. Fortissimo fisicamente, esplosivo nella corsa, tecnica d'avanguardia, capacità sia di impostare il gioco che di infilarsi sugli spazi, grandissimo carattere che ne farà di certo un leader qualsiasi sarà la squadra fortunata a prenderlo. E, da quel poco che ho visto, anche una botta da fuori non indifferente. M'Vila arriva sempre prima sul pallone, è capace di fare diga a cantrocampo e quando parte è davvero inarrestabile. Mi ha ricordato un pò Boateng e, se devo esser sincero, mi sembra anche più forte del milanista. E' rimasto un'altro anno a Rennes e ha fatto benissimo perchè è ancora giovanissimo (classe '90) ed ha la fortuna di giocare in una squadra molto forte e divertente, che sa giocare il pallone ed ha una velocità di base allucinante (i giocatori dell'Udinese sembravano lumachine in confronto). Gente come Ekoko, Pitroipa, Boukari etc.., metterebbe in difficoltà anche il Barcellona se non ci fosse il pallone di mezzo...
A parte gli scherzi, se sapranno gestire entrmabe le competizioni credo che possano arrivare molto in alto in campionato.
E, coincidenza davvero incredibile, è una squadra che ha le sue stelle in tutti fratelli d'arte. La punta Hadjj (gran goal a Udinne) è il fratello minore del grande Mustapha; il talentuosissimo Montano è fratello di Johnnier, talento maledetto visto da noi con Parma, Piacenza e Verona e Dalmat, l'Orso Bruno ai tempi dell'Inter -giocatore fantastico frenato dal carattere troppo timido- ha addirittura altri due fratelli calciatori professionisti.
E Kana-Biyik, ottimo difensore, impressionante di testa ad Udine, è figlio di quel Kana-Biyik difensore dello strepitoso Camerun dei Mondiali 90. Quello stesso difensore che nella partita d'esordio dei Mondiali fu espulso contro l'Argentina per un fallo su Caniggia. Poi Oman Biyik salta, Pumpido sbaglia, 0 -1, altra espulsione, Camerun in 9 ma vince lo stesso. Che ricordi...

14/09/11

Colpi di fulmine: Eden Hazard

Colpo di fulmine sì, ma datato...
L'anno scorso, incuriosito dallo splendido campionato che stava portando avanti il Lille, campionato che per inciso lo porterà allo scudetto, decido di guardarmi 2,3 partite della squadra . Ho sempre seguito poco la Ligue 1 sia per scelta personale (è un campionato senz'altro di seconda fascia) sia perchè da 3 anni Sky ne ha perso i diritti. Sportitalia, ottimo canale, è subentrato ma non avendo l'hd mi invoglia poco alla visione (chi è abituato alle partite in alta definizione mi capirà).
Insomma, vedo due partite del Lille e rimango assolutamente di stucco. Una velocità di gioco impressionante, una mentalità offensiva ammirabile e una grande organizzazione (gioco quasi sempre di prima) mi fecero capire subito che il primato era senz'altro meritato.
Il trio d'attacco poi era davvero devastante. Gervinho, Moussa Sow ed Hazard hanno letteralmente dominato il campionato francese scorso. E se il primo è passato all' Arsenal ( e contribuito da migliore in campo a buttar fuori l'Udinese), il secondo e il terzo sono rimasti al Lille per tentar di fare una buona Champions. Moussa Sow è letteralmente esploso l'anno scorso (25 goal in un campionato dove si segna col contagocce) e quest'anno dovrà confermarsi. Classica punta africana, veloce e potente. Quello che invece è ormai una certezza è Eden Hazard, talento belga di classe purissima di cui avevo già sentito parlare molto ma prima di vederlo in quelle sopracitate 2,3 partite non avevo ancora ben capito perchè. Sembrava ormai prossimo il suo passaggio all'Arsenal (la squadra perfetta per uno come lui, giovane, veloce, tecnico, capace di giocare palla a terra) ma alla fine non se ne è fatto niente. Quest'anno ha ricominciato con una fantastica doppietta, un goal più bello dell'altro. Non è un caso se Zidane lo veda come proprio erede. Rispetto al prodigio ex juventino Hazard avrà ancora molto da dimostrare ma, se possiible, sembra uno Zidane che corre alla velocità di Messi (tutto ovviamente con le dovute proporzioni, non scherziamo).
 Ora con la Champions il suo nome sarà conosciuto da tutti. era ora...

30/08/11

Campioni sottovalutati: Edin Dzeko

Certo, forse parlare di sotovalutazione con Dzeko è un pochino forzato. Un giocatore che viene acquistato per 35 miliardi da quello che sta diventando uno dei più importanti club d' Europa, il Manchester City, è senz'altro un giocatore sulla cresta dell'onda, altro che sottovalutato. Resta il fatto però che a 25 anni Dzeko ha giocato solo con Wolfsburg e Manchester City, che è sempre stato lontano dai grandi club e che pochi hanno forse capito l'effettivo valore del giocatore.
Raramente si è mai visto un bestione di 193 cm possedere la velocità e la tecnica del bosniaco. Chi ha seguito questi anni la Bundesliga non può non esser rimasto impressionato dal repertorio mostrato da Edin, giocatore che ha portato quasi da solo una squadretta come il Wolfsburg allo scudetto, non dimentichiamo. Basterebbero però i 4 goal segnati nell'ultimo turno di Premier in casa del Tottenham per farsi un'idea. Uno completamente diverso dall'altro a dimostrazione che ci troviamo davanti ad una delle prime 6,7 punte del continente. Anticipo in scivolata sul difensore ( prontezza, tecnica, coordinazione), colpo di testa in controtempo meraviglioso, goal di puro piazzamento da un metro staccandosi all'ultimo momento dalla marcatura del difensore, sinistro a giro di prima intenzione su sponda del compagno e palla all'incrocio dei pali. L'ambientamento in Premier non è stato facile ma 4,5 mesi vanno concessi a tutti.
Quando Edin, come già fatto in Germania, si laureerà capocannoniere del campionato e porterà allo scudetto una squadra, come era stato col Wolfsburg, che lo scudetto è 45 anni che lo guarda col binocolo, allora forse tutti ormai si renderanno conto di trovarsi difronte a uno dei più grandi.
Ormai il treno è passato però, difficilmente il City lo lascerà andare.
Anche perchè con lui, Aguero e Nasri (e tutti gli altri...) forse una piccola alternativa all' AlienBarca ce l'abbiamo. Certo è un'alternativa realizzata, a differenza degli spagnoli, col vil denaro, ma ormai dobbiamo iniziare ad abituarci a questo. Tra 15 anni avremo il 50% dei grandi club europei in mano agli arabi, ma questa è un'altra storia.

28/08/11

I sondaggi dei giornalisti peracottai


Sondaggio sulla pagina della Gazzetta online di oggi

Con l'arrivo di Pandev il Napoli è da scudetto?


Allora, è meglio mettere i puntini sulle "i" sin da subito. Io non sono come la maggior parte dei giornalisti sportivi italiani (anche perchè non sono un giornalista...) che da una settimana all'altra passano dal considerare una squadra dal poter lottare per lo scudetto all'esser in crisi, dal poter raggiungere la champions al guardare la zona retrocessione, dall'essere la sorpresa del campionato al fare una stagione negativa. Non parliamo di quello che accade poi con i giudizi sui calciatori...
A me piace dire le cose PRIMA ed esser coerente fino alla fine oppure dirle DOPO analizzando i fatti. Cambiare DURANTE  la propria opinione 50 volte solo per seguire ogni settimana un'onda diversa è patetico.
Quindi approfitto di questo altrettanto patetico sondaggio Gazzetta (oggi in home page) per dire che:
NO, IL NAPOLI NON E' DA SCUDETTO !
NO, LA LAZIO NON E' DA SCUDETTO !

Ma come si fa, dico io, a credere che la squadra di Mazzarri con l'acquisto di Pandev possa ora vincere il campionato? Ma possibile che nessuno dica che al 90% il Napoli, viste le inevitabili fatiche europee, farà peggio del 3° posto dell'anno scorso?
E come si fa dopo 2 partite di Europa League e dopo 2 acquisti (ottimi certo- Klose e Cissè, specie il primo) ad inserire la Lazio per la lotta al titolo? Ma quanto piace fare i titoloni ai giornalisti?
Ce n'è uno, UNO, che abbia le palle per dire "MI GIOCO LA CASA MA IL NAPOLI E LA LAZIO NON POSSONO MINIMAMENTE LOTTARE PER IL CAMPIONATO" ?
Poi, alla 5° giornata con il Napoli magari a 7 punti gli stessi giornalisti di questo sondaggio parleranno di squadra scarsa, di acquisti sbagliati, etc...
Quindi non illudetevi, il campionato lo vincerà una delle solite 4. Se proprio volevamo trovare una possibile outsider avrei messo l' Udinese ma l'impegno europeo e la mancanza di una punta (per ora... e sempre che non ci sia al 100% Barreto) mi fanno andar cauto.
Io sputo le mie sentenze ora, poi in caso di errore sarò il primo a riconoscerlo e a coprirmi il capo di cenere. Ma mai, mai rinnegherò ciò che ho scritto.
Pandev per lo scudetto...
Pandev...

27/08/11

C'era una volta la Scozia

L'ultimo turno di qualificazione di Europa League ha ormai confermato quello che da alcuni anni stava ormai venendo fuori: il calcio scozzese è morto. Non che sia mai stato un calcio di vertice nel panorama europeo, ma per moltissimi anni affrontare i Rangers o il Celtic significava trovarsi davanti un'ostacolo davvero durissimo, e non solo per l'incredibile atmosfera che i propri tifosi sapevano (e sanno ancora, questo è rimasto) regalare alla squadra. E' vero, erano altri tempi, le coppe campioni presentavano al massimo una decina di squadre di buon livello, ancor meno ovviamente nelle altre competizioni. Però è ormai da una decina di anni che le due squadre scozzesi principali rifilano figuracce che, non foss'altro per il loro blasone, li dovrebbero solo far vergognare .
I Rangers quest'anno sono riusciti in una duplice impresa. Prima si fanno buttar fuori nel terzo turno di qualificazione di Champions dallo scarso Malmoe, poi neanche entrato nella fase a gironi fermato dalla Dinamo Zagabria ( oltre Sammir praticamente il vuoto). Poi, retrocesso in Europa League, riesce nella straordinaria impresa di essere sbattuto fuori dagli sloveni del Maribor. La pochezza tecnica dei blues è imbarazzante, oltre a Lafferty davvero non riesco a vedere un altro minimo prospetto interessante (rischia addirittura di essere una delle stelle l'ex palermo Goian, nella foto).
Non se la passano meglio, anzi!, i cugini del Celtic che hanno visto la propria strada sbarrata nientepopodimeno che dagli svizzeri del Sion (il Gubbio li avrebbe fatti fuori) sotto i colpi dell'ex promessa del calcio francese (benchè guineano) Pascal Feindouno, ottimo giocatore mai espresso compiutamente.
A leggere la formazione dei Celtic ci si chiede 7,8 volte: ma questo chi caz.. è questo? Oltre a Samaras, talento greco di discontinuità pazzesca, la squadra è soltanto  un gruppo di giovani sconosciuti di brutte speranze, sulla carta (e a vedere i primi risultati anche sul campo...) uno dei peggiori Celtic di sempre.
Fossi scozzese, lascerei perdere il calcio e inizierei a interessarmi al lancio del nano.

22/08/11

Il fenomeno Gubbio

Cerco i risultati di Coppa Italia. Il primo, rispettoso dell'ordine alfabetico, è:
ATALANTA - GUBBIO 3 - 4
Ora, non è tanto lo stupore per una neopromossa in Serie B che batte una squadra di Serie A, ma l'esaltazione per una squadra, il Gubbio appunto, che dopo 2 promozioni consecutive decide di affrontare la Serie B con una squadra che è quasi una juniores. Avrei sicuramente dedicato un post prima o poi alla compagine umbra, ma questa vittoria mi fa anticipare i tempi.
Il Gubbio appena neopromosso ha sconvolto ogni tipo di mercato visto in precedenza per la serie cadetta. Di solito si acquistano giocatori sicuri, di categoria, con anni e anni alle spalle di Serie B. Puntare sui giovani vuol dire retrocessione sicura, almeno così pensano il 99% di osservatori ed allenatori.
Incece i dirigenti eugubini hanno comprato:
RAGATZU, enfant prodige del Cagliari, debutto a soli 16 anni in Serie A e caratteristiche fisiche e tecniche che lo fanno assomigliare a un piccolo Rooney.
MENDICINO; una delle star di quella che era una primavera laziale davvero niente male. Giocatore dalla notevole tecnica a cui piace svariare in tutto il fronte d'attacco. Una sua doppietta con l'Ascoli l'anno scorso mi rimarrà per sempre impressa perchè realizzata in una delle partite più pazze che abbia mai visto.
BUCHEL leader di centrocampo dello splendido Siena primavera che 3 anni fa arrivò alla finale scudetto, piedi, ordine e capacità di dettar tempi come pochi.
GIANNETTI Ecco la stella di quel Siena. Giocatore molto leggero, può ricordare il giovanissimo Del Piero del Padova. Forse il ruolo in cui si esprime meglio è quello di seconda punta, vista la tecnica e la leggerezza. Un suo goal in rovesciata in una partita primavera di 3 anni fa mi fece quasi svenire. Stasera ha bucato l'Atalanta due volte... L'ha preso la Juve.
RAGGIO GARIBALDI Classe 89 è il veterano del gruppo e l'unico già in squadra dall'anno precedente. Esploso nell nazionale Under 20 che raggiunse i quarti ai Mondiali, si è poi perso tanto da finire in serie C. Centrocampista moderno, può agire anche da mezzapunta.
Già, i Mondiali Under 20... Lo sapete chi è il terzino più forte che ho visto nella rassegna iridata appena conclusa? Il portoghese Mario Rui. Lo sapete con chi gioca? Col Gubbio, incredibile. Un terzino che ora vogliono tutti era stato già cartellinato dalla piccola società umbra.
E in porta? Almeno lì il Gubbio avrà preso un 35enne capace di dare sicurezza e tranquillità. No, arriva dal Milan il classe 90 Donnarumma. E davanti non voglio dimenticare il 23enne Bazzoffia, ragazzo di Assisi (come Ranocchia) che prima della B ha assaggiato tutte le altre categorie. Anche lui stasera ha segnato all'Atalanta.
Non vedo l'ora che cominci il campionato. Non so quanti punti faranno questi ragazzi ma li seguirò con un entusiasmo parente prossimo del tifo sfegatato.

20/08/11

Su Reus, sul Borussia, sul Wolfsburg e altre quisquilie

Il venerdì sera, quando possibile, l'appuntamento con l'anticipo di Bundesliga è un must. Non poteva esserci di meglio che Borussia Monchengladblach - Wolfsburg perchè mi dà l'occasione di parlare di argomenti che mi stanno molto a cuore.
Il primo è Marco Reus. Credo di trovarmi davanti ad uno dei migliori ventenni (o poco più...) al mondo ma, come detto per Lisandro Lopez, la miopia dei big club continua a rimaner tale. Sinceramente mi era capitato poche volte di vedere un ragazzo di soli 21 anni che salva quasi DA SOLO una squadra dalla retrocessione. L'anno scorso il Borussia era praticamente in Zweite Bundesliga quando nelle ultime giornate ha raggiunto una salvezza pazzesca (allo spareggio) grazie soprattutto all'estro del suo giovane fuoriclasse, Marco Reus appunto. Questo è un giocatore meraviglioso, devastante, divertentissimo, dalla tecnica straordinaria e dalla velocità pazzesca, un giocatore che ogni volta che ha la palla può inventare qualcosa. Vederlo poi dialogare con uno degli ultimi artisti anarchici rimasti nel calcio moderno, Arango, è un piacere per gli occhi. Ma è un piacere  vedere giocare l'intero Borussia, una squadra che malgrado si sia salvata per un pelo, non ha cambiato un undicesimo e grazie all'allenatore Favre sta diventando un piccolo Dortmund (l'altro Borussia...) per la capacità incredibile di giocare di prima e in velocità (e attaccando con 6,7 uomini..).
E accanto ai due fuoriclasse sopra-citati mi piace ricordare il "gordito" Raul Bobadilla, attaccante argentino che per tecnica e fisico mi ricorda Ailton, l'esterno Neustadter (prospetto interessantissimo), il completissimo centrocampista americano Bradley (mio vecchio pupillo) e soprattutto il giovanissimo portiere Ter Stegen, classe 92 che, anche se l'affermazione è senz'altro prematura, non mi stupirei di vedere come futuro Neuner. Peronalità allucinante per la propria età, fisico e tecnica (gli ho visto agguantare due cross altissimi con una sola mano...)
Dall'altra parte il Wolfsburg conferma per l'ennesima volta di essere probabilmente la peggior difesa d'Europa. I centrali Kjaer e Russ sono disastrosi, non riesco a capacitarmi come il primo possa valere quasi 10 milioni di euro. Forse però non è colpa sua, visto che al Palermo sembrava davvero una grande promessa. E una squadra che solo 3 anni fa vinceva lo scudetto secondo me quest'anno farà fatica a salvarsi. Se poi come numero 10 si acquista Hitzlperger allora siamo a posto.

19/08/11

Campioni sottovalutati: Lisandro Lopez

Ci sono giocatori che non attirano, non si sa perchè ma non hanno appeal. Sarà il nome, sarà che si vendono male, sarà che hanno procuratori sbagliati o quello che volete, ma sono giocatori che i grandi squadroni europei fanno finta di non vedere oppure, semplicemente, non hanno gli occhi per farlo. Ormai da 3/4 anni Lisandro Lopez si sta confermando uno dei migliori attaccanti europei ma per qualche motivo il suo nome non compare mai nelle grandi trattative del calciomercato.
Attaccante di straordinaria completezza, tecnico, veloce, coraggioso, altruista, capace di tirare in corsa o al volo indifferentemente, forte di testa e ottimo fiuto del goal.
Al suo arrivo in Europa ha faticato molto, le due prime stagioni al Porto sono state deludenti. Nel 2007/2008  è però esploso con 24 goal in 27 partite nel massimo campionato portoghese. Da allora, non si è più fermato. Bravissimo è stato il Lione a farlo suo, e Lisandro l'ha ripagato con oltre 30 goal in 2 anni in un campionato, quello francese, dove segnare è difficilissimo. Come se non bastasse l'attaccante argentino la butta dentro 22 volte in pochi anni anche in Champions League, ma il suo nome rimane sempre abbastanza in secondo piano. Eppure basterebbe vederlo giocare per capire che non ha nulla da invidiare a campioni molto più affermati di lui. Va via Eto'o? Perchè non Lisandro? Anche la nazionale argentina l'ha sempre snobbato preferendogli davvero chiunque, anche un bolso Martin Palermo. Profilo basso, troppo basso per far carriera, ma un attaccante che farebbe la fortuna di tutti.

18/08/11

Il Bandito e Il Campione

Avrei voluto scrivere delle semifinali del Mondiale Under 20 ( la finale sarà tra Brasile e Portogallo comunque), avrei voluto finalmente parlare in modo esaustivo di Polenta (finito al Barca) ma non posso non fare due riflessioni su quello che è successo ieri al ritorno di Supercoppa Spagnola tra Barcellona e Real.
Dopo il match di andata, terminato 2 a 2, ci si aspettava senz'altro una grandissima partita di ritorno. E così effettivamente è stato, un vero e propio spettacolo, parzialmente rovinato però da un personaggio che più il tempo passa più diventa dannoso.
Il Barca vince 3 a 2 siglando il goal decisivo con Sua Mestà Lionel Messi a soli 2 minuti dalla fine. Già, Messi. Ancora una volta ha dimostrato senza alcun dubbio di essere il più forte giocatore che questo meraviglioso sport ci abbia mai regalato. Guardate i 3 goal, Messi tocca il pallone 5 volte ( a parte i piccoli tocchi per portare avanti la palla) e riesce a :
1 servire lo straordinario assist del primo goal di Iniesta.
2 smorzare meravigliosamente la palla di petto per Pique
3 fare il suo solito scavetto sul portiere in uscita (addirittura di destro) per il goal del 2 a 1
4 dare una palla di prima strepitosa per il taglio di Adriano sulla fascia destra
5 colpire al volo in spaccata il cross di ritorno dello stesso Adriano.
Questo giocatore ha reso la meraviglia una routine, il grande colpo una banalità.
Ma a qualcuno non sta bene...Il signor Mourinho ancora una volta proprio non sopporta di aver perso con il Barcellona (in realtà non ha mai sopportato di perdere contro chicchesia). I suoi giocatori, come già successo ai tempi dell'Inter, diventano delle belve mutuando sul campo il carattere del proprio allenatore. Per un fallo killer di Marcelo su Fabregas parte una rissa che vede coinvolti tantissimi giocatori. Mourinho come un bambino cattivo si avvicina da dietro e infila un dito nell'occhio del vice di Guardiola. In conferenza stampa, oltre alle solite accuse contro il Barca, minimizza l'accaduto e dice di non conoscere il vice di Guardiola, atteggiamento ancora una volta completamente immaturo già usato se ricordate in precedenza con Beretta (Barnetta?) e Lo Monaco (Gran premio, monaco del tibet etc...).
Una persona che non ha la minima cultura sportiva, che si autoelogia nelle vittorie e attacca gli atri nelle sconfitte, che rende i suoi giocatori dei gladiatori a cui non interessa quasi più il gioco del calcio e nel conto dei torti e favori riesce a vedere soltanto i primi.
Anche la Spagna, come già successe da noi, comincia a non sopportarlo più.

Un consiglio amici spagnoli. Ignoratelo, questo sarebbe il più grosso smacco per lui.
Ignoratelo, e godetevi Sua Maestà.

16/08/11

C'era una volta il calcio

Da una schiavitù all'altra. Prima di Jean-Marc Bosman i giocatori, e in molti casi ciò era assolutamente vero, si sentivano schiavi delle società. Il loro futuro era quasi completamente in mano alla società di appartenenza, la loro voce, il loro volere, le loro scelte potevano sì contare qualcosa ma solo nel caso in cui le dirigenze fossero state "amiche" e accondicendenti.
Ora i calciatori sono passati dall'essere gli schiavi delle società ad esser gli schiavi del vil denaro, in molti casi antropoformizzato sotto le sembianze di quella che è una delle figure rovina-calcio principali, quella del procuratore. Si va da una squadra all'altra, anche ogni 6 mesi. Non interessa più far carriera, non interessa più il prestigio della squadra in cui si gioca, non interessa più farsi valere sul campo per esser confermati, non c'è più l'amore per i colori cui si gioca. Interessa soltanto dove prendere più soldi, dove strappare il miglior ingaggio anche a scapito del non giocar mai. Molti giocatori rimangono addirittura bloccati da questa loro avidità. Raggiungono (sempre grazie ai viscidi procuratori) un tale ingaggio che poi, qualora i loro risultati nel campo siano disastrosi e le società volessero disfarsene, comunque nessuno può comprarli perchè non in grado di pagare l'ingaggio.
Ci avete fatto caso che ormai il calcio-mercato ha perso ogni sua sfaccettatura tecnica? Si parla solo di ingaggi, prezzo d'acquisto, diritto di riscatto, spalmatura etc... . Anche il più brocco alla fine rimane imprigionato nella prigione dorata che si era costruito, anche il più giovane per avidità si disinteressa di farsi le ossa ma cerca soldi. Campionati senza alcun senso come quello arabo e russo attirano i mercenari del 2000, i calciatori. Una volta si voleva giocare al Milan, alla Juve, al Barca. Si voleva lottare per la Champions e si sputava sangue per esser confermati, non come ora che tanto i procuratori se va male da una parte ti infilano in qualche altra trattativa (che di tecnico ha solo la burocrazia). Ora capita che giocatori che hanno inseguito per anni una propria identità, vissuto odissee private e finalmente arrivati col sacrificio alla maturazione, vedi Jimenez, si tuffino a 27 anni dagli emiri. O che fenomeni mondiali tra i più forti del proprio ruolo se ne freghino di tutto per andare a vivere in case da 900 metri quadrati e prendere 20 milioni d'euro all'anno, cifre che bandiere e assoluti campioni del passato non hanno visto nell'intera carriera.
Giocatori intelligenti, bandiere non solo del proprio paese ma di un Continente intero.
E allora vai Eto'o, togliti dalle balle. Come detto ti credevo intelligente e forse, visti i soldi che prenderai, lo credo ancora.
ANZHI, no.

14/08/11

Vecchie emozioni: Andrea Benvenuti e l' Oro di Helsinki

Quello che è stato il mio rapporto con lo Sport dai 10 ai (circa) 28 anni neanche ve lo immaginate. Seguivo in maniera maniacale davvero tutto arrivando al caso clinico delle Olimpiadi di Atlanta 1996 che seguii praticamente integralmente, circa 15 ore al giorno (complice anche un assurdo incidente col motorino). Se adesso sono golf e biathlon gli sport che, a parte l'onnipresente calcio, riescono più a conquistarmi, un tempo ero pazzo di ciclismo, nuoto, sci ed atletica. Lo scoppio improvviso del fenomeno doping mi ha un pochino allontanato da certi sport, devo dire davvero a malincuore.
17 anni fa precisi, 14 agosto 1997, vissi un'emozione indimenticabile con il magnifico oro di Andrea Benvenuti agli Europei di Helsinki. Devo dire che gli 800 erano senz'altro la mia gara favorita. Due giri della morte a tutta con la non rara opportunità di vedere recuperi incredibili nell'ultimo rettilineo; possibilità di vedere competitivi tutti, bianchi e neri, europei, africani ed americani. Un gruppetto di atleti che piano piano iniziavi a conoscere a memoria. Rodal, Kipketer, Gray, Benvenuti e poi un pochino più tardi Bucher, Borzakovski e tanti altri. Una gara per specialisti insomma, che non puoi assolutamente inventarti (tipo i 400 ostacoli insomma, altra gara magnifica).
Benvenuti era un bravissimo ragazzo, serio e professionista. Per questo il suo urlo all'arrivo davanti allo straordinario norvegese Rodal mi emozionò in maniera incredibile. Benvenuti ebbe gravi infortuni sia prima di quella gara che negli anni successivi. Non era nè un Mondiale nè un Olimpiade ma non so per quale motivo, rimane una delle vittorie a cui sono più legato.

12/08/11

Coincidenze incredibili: Italia, Vinci!

Certe volte capitano nello Sport, come nella vita, delle particolari coincidenze. Il tema delle coincidenze mi è sempre sembrato affascinante: c'è davvero qualcosa di magico in loro? oppure sono soltanto situazioni dettate dal calcolo delle probabilità?
Questa di cui volevo parlarvi oggi può sembrare un tantino forzata ma in realtà credo sia statisticamente e storicamente ineccepibile. L'unica forzatura sta forse nell'abbinare questi due sport arbitrariamente, ma sono i due sport con i quali ho convissuto per anni, quindi almeno a livello personale la coincidenza è davvero grande.Credo che mai, mai nella nostra storia sia capitato nello stesso giorno e quasi contemporaneamente (mezz'ora di differenza), che nel calcio e nel tennis una squadra e un'atleta italiana abbiano battuto la numero uno del mondo dei due rispettivi sport.
E così mentre la Nazionale di calcio tirava fuori la sua miglior prestazione dalla semifinale Mondiale 2006 riuscendo, con merito, a battere la straordinaria Spagna, dall'altra parte del pianeta la brindisina Vinci (tennista spettacolare, una delle poche rimaste a giocare a tennis e non sparar bordate) batteva la numero 1 del mondo, la danese Wozniaki. Credo che nella Storia del tennis le vittorie di una tennista italiana contro la numero 1 del mondo si contino sulle dita delle mani, forse soltanto di una. La stessa Vinci, tennista ormai matura, non aveva mai battuto una delle prime 5 nell'intera carriera pur avendole incontrate una ventina di volte.
Anche nel calcio, seppur in amichevole, si può parlare di mezza impresa. Un atteggiamento e un gioco propositivo che non si vedeva da anni hanno permesso agli italiani di metter sotto per gran parte della partita quella che, non solo "ufficialmente" (ranking Fifa) ma anche sul campo è senz'altro la squadra più forte del pianeta. Tra l'altro w la puglia se è vero che la Vinci è di Brindisi e l'Italia trascinata dall'enfant du pays Cassano giocava a Bari.
Piccole storie e piccole soddisfazioni, ma per un giorno siamo stati un gradino sopra il tetto del mondo.

10/08/11

Colpi di fulmine: Thievy Bifouma Koulossa

Capita spesso, o almeno al sottoscritto, di innamorarsi all'istante di un giocatore, spesso con una sola partita. E così in una mattinata come tutte le altre mi vedo la replica della finale di Coppa Catalogna tra Espanyol e Barcellona. La notizia dovrebbe essere la vittoria per 3 a 0 dei primi ma in realtà non è così. Questo sia perchè il Barca era una squadra di ragazzini ma anche e soprattutto perchè chi avrà visto questa partita non si ricorderà tanto del risultato quanto di aver visto il debutto di un giocatore che, se dovesse essere giudicato solo per questa partita, sembra un fenomeno assoluto. Parlo di Thievy Bifouma, meglio conosciuto solo come Thievy, un attaccante di colore francese del 1992. Prima di ieri aveva una sola presenza in Liga (viene dallo Strasburgo). Già, prima di ieri, perchè d'ora in poi non so come l'Espanyol non possa puntare su un giocatore, seppur giovanissimo e senza la minima esperienza di qualsivoglia campionato, che pare però un prodigio assoluto. Insieme al già citato Luna i tifosi catalani avranno da divertirsi.
Thievy ieri ha realizzato una tripletta al Barca. Il primo goal con uno scatto in profondità, stop in velocità col destro, palla portata avanti ancora col destro e appoggio in rete col sinistro. Il secondo è sempre uno scatto in profondità, finta di tiro col destro che diventa un dribbling che manda l'avversario a terra e palla piazzata col sinistro in rete. Il terzo è un capolavoro, ricorda quasi il primo Ronaldo. Thievy perde un pallone, con grantissima grinta va a recuperarlo a centrocampo, poi come una saetta parte verso la porta. Avversari saltati in velocità come manichini e perfetto piatto di destro sul portiere in uscita.
Anche senza i tre goal, il giocatore mi ha comunque impressionato per velocità, potenza e tecnica applicata ad esse.
Ripeto, era quasi una partita di ragazzini ma, almeno per un'ora, ho creduto di aver visto un fenomeno.

09/08/11

Storia recente dei Mondiali U20

Il Mondiale Under 20 è senz'altro il torneo giovanile più importante che il calcio possa offrire. Malgrado sia iniziato nel 1977 (nascevo io...) voglio soltanto fare una breve carrellata dall'edizione 1997, la prima che ricordo, in poi.

1997  Fu l'anno impressionante di Adailton. Mi ricordo ancora adesso l'incredibile "sestipletta" che mise a segno contro la Corea. Quel Brasile fu capace di segnare due volte 10 goal in una partita per poi fermarsi addirittura ai quarti. Adailton fece quindi 10 goal in 5 partite. A fine torneo fu portato in Italia dove ha fatto senz'altro una buona carriera ma niente di paragonabile a quello che poteva lasciar presagire. Vinse L'Argentina di Cambiasso (a dir la verità impostasi anche l'edizione precedente...), brillarono moltissimo le stelle di Henry, Trezeguet e Zalajeta.

1999 Probabilmente l'edizione più povera tecnicamente. La Spagna si aggiudica il torneo battendo 4 a 0 in finale addirittura il Giappone. E' la Spagna di Xavi, ma oltre al futuro fuoriclasse del Barcellona davvero pochi i nomi da segnalare con Iker Casillas panchinaro di Aranzubia. Capocannoniere sarà il maliano Dissa, una carriera più che dignitosa in Belgio e niente più.

2001 Ancora l'Argentina... E' l'anno incredibile di Saviola, capocannoniere con 11 goal. L'intesa con D'alessandro è straordinaria. Sta cambiando il calcio, i nanetti che sanno giocare la palla in attacco cominciano a venir fuori. Questa trasformazione sarà graduale e porterà al calcio di oggi, quello in cui spesso il vecchio centravanrti è scomparso. La finale è con il Ghana della generazione d'oro. Brillano le stelle di Adriano nel Brasile e Cisse nella Francia. Sembra un fenomeno anche il costaricense Parks, lo prende l'Udinese e anch'io credo molto in lui. Collezionerà 3 presenze in 2 anni con l'Ascoli...

2003 Finalmente il Brasile, a secco da ben 10 anni. Una squadra buona, forse ottima, ma con talenti poi sprecatisi qua e là. Parlo di Adriano (seconda edizione per lui), Daniel Carvalho, piede sinistro pregevolissimo, Dudu e Nilmar che soltanto ora sta finalmente venendo fuori. Carvalho e Dudu faranno una carriera quasi parallela, prima al Cska Mosca, ora all'Atletico Mineiro in patria. Miglior giocatore del mondiale fu l'americano Johnson...

2005 C'è l'Italia finalmente! Mica a vincere eh, a partecipare... E' l'Italia di Pellè e Galloppa, ma anche del presunto fenomeno De Martino, un giocatore che sembrava poter diventare uno dei più forti centrocampisti italiani, capace di stracciare il contratto con la Roma perchè, se ben ricordo, non voleve essere vincolato. Pensava di finire chissadove, ora è alla Nocerina...
Vince il Mondiale ancora l'Argentina guidata dai piedi fatati di un altro piccolo fenomeno, capocannoniere e miglior giocatore del torneo. Parliamo di sua Maestà Lionel Messi, capace di vincere quasi da solo la competizione visto che, a parte lui, uno degli uomini più importanti è Pablo Zabaleta...
Certo che vedere il nome di Pellè in calssifica cannonieri vicino a quello di Messi, David Silva e Llorente fa specie...

2007 Rivince l'Aregentina, 5° volta nelle ultime 7 edizioni. Dopo Saviola e Messi è un'altro bassetto ad esser il miglior giocatore e capocannoniere allo stesso tempo, il grande "Kun" Aguero. Indovinate da chi veniva rifornito? Dal laziale Zarate, dal madrileiro Di Maria e dal neo-acquisto dell'Atalanta Maxi Moralez, ancora più nanetto di tutti gli altri, solo 1,60. In finale arriva addirittura la R.Ceca. Nel Brasile comincia a splendere la stella di Pato, il Cile inizia ad assaggiare la generazione di fenomeni attuale che tanto la fa sognare. Solo l'Argentina in semifinale riuscì a fermarlo.

2009 L'ultima edizione è la migliore per i nostri colori. Un quarto di finale perso nei supplementari con l'Ungheria di Nemeth e Koman che grida ancora vendetta. In realtà è un'italia senza stelle, priva quasi del tutto di una punta di tal nome. I nomi più importanti sono quelli di Mazzarani (che ancora non era la mezzapunta di adesso, ma un Gattuso coi piedi buoni) e Bonaventura, entrambi appena arrivati ques'anno in Serie A.
Vinse il Mondiale un'incredibile Ghana ma sapete quanto poco mi fidi. L'edizione comunque è di un  livello miserrimo, in semifinale arrivano Ghana, Ungheria e Costa Rica. Il capocannoniere, nonchè anche stavolta miglior giocatore è Adijah, un presunto fenomeno che il Milan dopo un anno a Reggio Calabria, ha appena spedito al Karsijaka , Serie B turca. Velo pietoso.

08/08/11

Mondiali U20, prime indicazioni. seconda parte

Nel girone C dominato dalla Spagna ( novità? ) giustissimo il secondo posto dell' Ecuador nel quale mi ha davvero impressionato Marcos Caicedo, omonimo di Felipe, la grande punta in rampa di lancio della nazionale maggiore. Non so se abbia azzeccato la partita della vita ma gli ho visto fare delle accellerazioni impressionanti che unite a una tecnica invidiabile gli permettevano di entrare come burro nelle difese avversarie. Benissimo anche il capitano, il difensore Quinonez, davvero completo. Nella Spagna solito calcio simil Barcellona che esalta il collettivo e "nasconde" un pò le individualità. Grande tecnica e capacità di assist finale per Isco, punta completa Rodrigo, centrale di centrocampo e leader assoluto Romeu, un pelatone che non perde un pallone e fa legna davanti alla difesa. Già conosciuto Canales, vero valore aggiunto della Nazionale ma non titolare a inizio competizione. Nel Costa Rica brilla ancora Campbell, famoso per aver rifiutato l'Arsenal dopo una grande Coppa America con i grandi.
Nel girone D incredibile l'Arabia Saudita, una squadra che gioca benissimo, basa tutto sul collettivo e ha una tecnica di base in tutti i giocatori davvero notevole, sembra una piccola Spagna. Mi è sembrato un Maradona il numero 10 Alnassar ma se non gioca mai titolare un motivo ci sarà. Della Nigeria che ha dominato il girone preferirei non parlare, non mi fido mai dei giocatori africani nei tornei giovanili.
Nel girone E, quello vinto dal Brasile (con un buon Coutinho) non ho visto nessuna partita, quindi salto. Mi sarebbe piaciuto vedere all'opera Casemiro, vediamo se ci riesco negli ottavi.
Nell'ultimo girone, F, c'è l'Argentina. Domani vi farò un breve excursus della storia dei Mondiali U20 e vedrete gli argentini cosa hanno fatto in passato, sono sempre e comunque loro i favoriti. Anche qua ho visto solo spezzoni ma Lamela, Iturbe, Cirigliano e Galeano (cercato dal Catania) sono senz'altro giocatori quasi fatti e finiti.

A domani.

07/08/11

Mondiali U20, prime indicazioni.

Appena terminata la prima fase dei mondiali Under 20, fase nella quale passavano ben 16 squadre su 24..., iniziamo a dare qualche indicazione. Come sempre sarà per questo blog, tutte le  considerazioni sono personali. Chi ricercasse risultati, notizie e valutazioni "ufficiali" vada altrove.

Certo che veder passare agli ottavi L'Inghilterra, capace di fare tre 0 - 0 su tre partite, o il Guatemala, 0 goal fatti e 11 subiti nelle prime 2 partite e poi un golletto nella terza per battere la disastrosa Croazia (lontani i tempi dei giovani Prosineki, Boksic, Suker, Asanovic, Boban and co...), fa davvero sensazione e indica come la fase a gironi fosse soltanto una piccola scrematura per togliere le squadre più disastrose. Però in 36 incontri si è comunque già visto tanto, andiamo nel dettaglio.
Avrò visto circa 12,13 partite, quindi mi regolerò soltanto su quanto mi è passato sotto gli occhi.
Dell' Uruguay clamorosamente ultimo del proprio girone (a meno di un mese dalla vittoria della Coppa America dei "colleghi" grandi) sono comunque più di uno i giocatori che mi hanno interessato. Su tutti il capitano Polenta, terzino sinistro all'occorrenza anche centrale, di proprietà del Genoa già da qualche anno. Per personalità, tecnica e strapotere fisico credo che possa lasciare il segno anche nella nostra Serie A. Altri due "italiani" in rosa, il cagliaritano Cepellini, giocatore molto tecnico e dall'ottima visione di gioco ma che sembra giocare da fermo come il Ronaldinho del Milan, e il neo-palermitano Lores, entrato sempre dalla panchina ma capace di rubare l'occhio. Leve lunghe, buona corsa e tecnica. Davanti mi ha davvero impressionato il nanetto Luna, giocatore dell'Espanyol, ottima tecnica, velocità e, soprattutto, grandissima facilità nel calciare, un Miccoli più mingherlino insomma, e la generosissima punta Texeira, 0 goal fatti ma un cuore grande così unito a movimenti ottimi e capacità di giocare con i compagni. Per spirito di sacrificio ricorda Cavani. E' incredibile come in questo girone la squadra che più mi abbia impressionato sia quella arrivata ultima... .
Nel girone A, quello vinto dai padroni di casa della Colombia, per ora poco da segnalare. Proprio tra i colombiani da tenere d'occhio la punta Muriel (di proprietà dell' Udinese mandato in prestito l'anno scorso al Granada) e il talentuosissimo James Rodriguez, mezzapunta del Porto, potenziale fuoriclasse. Nella Francia arrivata seconda ci si aspettava tanto dal folletto Kakuta (Chelsea) ma per ora uno dei pochi a mettersi in mostra è stato Sunu (Arsenal) attaccante solo sulla carta ma di fatto giocatore leader del reparto avanzato, capace di attaccare come di costruire. Per lui vedo più un futuro alla Arshavin.

fine prima puntata